Se a qualcuno interessa qui trovate le ultime notizie sulla Guinea Bissau (fonte MISNA.org)
FESTA DELL’INDIPENDENZA TRA RIVALITÀ POLITICHE E CRISI SOCIALE
E’ in un clima di accese rivalità politiche e di crisi sociale sempre più acuta che la Guinea Bissau celebra oggi il 38° anniversario dell’indipendenza dal Portogallo, raggiunta il 24 settembre 1974. “Come ogni anno c’è la tradizionale sfilata militare, il discorso del presidente in presenza dei membri del governo e, quest’anno dei capi di stato maggiore degli eserciti dei paesi dell’Africa occidentale. E’ una ricorrenza molto sentita dalla gente che sta affluendo verso il centro della capitale anche se si avverte il clima sottotono per la situazione particolare che il paese sta vivendo” dice alla MISNA da Bissau padre Davide Sciocco, missionario del Pontificio istituto missioni estere (Pime) e fondatore di Radio Sol Mansi.
Dopo il golpe del 12 aprile, che ha destituito Raimundo Pereira, la Guinea Bissau ha imboccato la strada della transizione affidata a Manuel Serifo Nhamadjo: un cambiamento politico non riconosciuto da diversi partner internazionali – tra cui la Comunità dei paesi di lingua portoghese (Cplp) e l’Unione europea – che hanno sospeso la cooperazione allo sviluppo. “Senza l’appoggio di una parte della comunità internazionale, la transizione procede con difficoltà e ciò si ripercuote inevitabilmente sulla gestione della normale amministrazione del paese e nella vita quotidiana dei guineani” prosegue l’interlocutore della MISNA.
L’inizio del nuovo anno scolastico è stato subito interrotto da uno sciopero di 60 giorni indetto dai principali sindacati degli insegnanti del settore pubblico per protestare contro il mancato pagamento di 18 mesi di stipendi arretrati che ha costretto gli scolari a rimanere a casa. Inoltre il vescovo di Bissau, monsignor José Câmnate Na Bissign, ha denunciato la totale paralisi del settore sanitario, in particolare la carenza di farmaci contro la tubercolosi e l’aids, causata direttamente dall’isolamento politico e diplomatico del paese. “Nessuno sa quanto durerà, ma chi pagherà le conseguenze di questa nuova crisi saranno, come sempre, i gruppi sociali più vulnerabili: ammalati, donne, bambini e anziani. Per evitare il peggio abbiamo bisogno che qualcuno ci aiuti ad attuare un piano di emergenza” ha sottolineato monsignor Na Bissign.
Una partita per guadagnarsi consensi internazionali potrebbe giocarsi nei prossimi giorni a New York, in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Nei corridoi dell’Onu ci saranno il presidente destituito Pereira assieme al suo primo ministro, Carlos Gomes Junior, forti del sostegno della Comunità dei paesi di lingua portoghese; incerta fino a pochi giorni ma ormai confermata anche la presenza del presidente ad interim. Nhamadjo, appoggiato dalla Comunità economica dei paesi dell’Africa occidentale (Cedeao/Ecowas), ha annunciato che mercoledì lascerà Bissau per New York dove spiegherà “al mondo intero le motivazioni che hanno portato al colpo di stato”. In base al calendario prestabilito la transizione dovrebbe concludersi con elezioni generali previste per maggio 2013.
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