venerdì 24 settembre 2010

Festa dell'indipendenza

Da 37 anni la Guinea-Bissau è un paese sovrano indipendente. Oggi la città di Bissau festeggia con una marcia di scout l'anniversario. Mancavano i suoi politici perchè tutti impegnati in viaggi all'estero (si sa, in generale i politici difficilmente sono vicini al popolo, da noi come da loro).

Camminando per le vie centrali si è reso omaggio ad Amilcar Cabral, colui che era alla guida del movimento per la liberazione contro i portoghesi (la guerra di indipendenza durò ben 11 anni, la più lunga di tutta l'Africa in un'epoca in cui tutti gli altri paesi africani avevano già ottenuto l'indipendenza - 1973).

In uno slancio di patriottismo mi son comprato il poster di Cabral, la maglietta della nazionale e il giornale che raccontava la storia del paese.

Certo che l'indipendenza è ancora un concetto relativo...
la povertà, la mancanza di infrastrutture, etc. creano lacci di dipendenza dall'estero. Per capire come funziona la povertà suggerisco un articolo che riporto qui perchè molto interessante. E' tratto dal libro di John Perkins (2005), "Confessioni di un sicario dell'economia":

Ero un sicario dell’economia [an economic hit man (EHM)], parte di un gruppo d’elite di moderni “killer professionisti” che promuovono gli interessi delle grandi multinazionali e di alcuni settori del governo americano. Avevo una qualifica altisonante – Chief Economist – e uno staff di economisti, consulenti d’impresa e analisti finanziari super qualificati che producevano imponenti relazioni che potevano legittimare qualunque cosa, ma il mio vero lavoro era ingannare e saccheggiare il Terzo Mondo.
Anche se noi EHM lavoriamo in vari modi, il nostro compito più comune è quello di identificare i Paesi che possiedono le risorse che servono alle nostre aziende. Poi, seduciamo, corrompiamo e costringiamo i leader locali a sfruttare il proprio popolo – accettando prestiti che quei paesi non potranno mai ripagare, privatizzando i beni di proprietà dello Stato, legalizzando la distruzione di un ambiente fragile e vendendo a prezzi stracciati alle nostre multinazionali quelle risorse preziose. Quando i leader si oppongono vengono rovesciati o assassinati da bande sponsorizzate dalla Cia.
Avevamo ottenuto un tale successo nel Terzo Mondo che i nostri capi ci hanno fatto sviluppare strategie simili negli Stati Uniti e nel resto del pianeta. Il risultato è una forma di capitalismo insostenibile. Durante i suoi circa 400 anni di esistenza, il capitalismo ha assunto varie forme. Questo – quello che io chiamo “Capitalismo Predatorio” – è forse il peggiore. Ed è l’elemento determinante che spiega l’attuale crisi economica. Nonostante temporanee riprese, questa crisi è l’apice di uno tsunami globale, che oggi stiamo sperimentando e che dobbiamo trovare il modo di invertire per il futuro dei nostri nipoti e dei loro figli.
Davanti a questo tsunami economico globale sta ora a ognuno di noi decidere quale futuro non solo immaginiamo, ma vogliamo contribuire a creare. Questo è quello per cui ho deciso di impegnare il resto della mia vita.
Vogliamo un mondo governato da pochi miliardari, occupati a controllare le risorse del pianeta con l’unico fine di servire i loro appetiti sempre più voraci? Vogliamo più debito, privatizzazioni e mercato in cui i signori del furto si innalzano al di sopra delle leggi che valgono solo per il resto della popolazione?
Vogliamo comprare da aziende che finanziano il rovesciamento di governi eletti democraticamente? Che indeboliscono i nostri presidenti e le altre cariche elettive? Vogliamo continuare a crescere i nostri figli in un pianeta dove meno del 5 per cento della popolazione consuma più del 25 per cento delle risorse, e meno del 10 per cento di quel 5 per cento controlla i patrimoni, e dove circa metà del mondo vive in povertà?
Non bisogna essere un sicario dell’economia per capire questi numeri sbalorditivi e quello che rappresentano. La buona notizia è che tutto ciò che devi fare è impegnarti per cambiare le cose per il futuro. Tu puoi essere uno dei molti che stanno combattendo per rompere i vecchi schemi, per liberarsi dal capitalismo predatorio e lasciare in eredità alle future generazioni un mondo che rifletta gli ideali di un’autentica democrazia, un mondo indirizzato verso una società sostenibile, giusta e pacifica per ciascuno di noi.
Il potere non spetta a nessun politico o ai signori del furto, o ai sicari dell’economia. Il potere spetta a noi. Io credo nel nostro potere e in quello che possiamo fare insieme.

3 commenti:

  1. Ola! :-)
    ciao Teo da qui puoi giungere al mio blog, se ti va di darci un'occhiata.Che voglia di africa!intanto mi guardo le tue foto!Buona esperienza, penso anche molto interessante, bravo.
    Un abbraccio
    Daniela

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  2. Ciao Matteo, che emozione leggere il tuo blog e sapere che vivi nella casetta che un tempo è stata anche nostra, nella missione che tanto amiamo. Siamo Giuseppe e Luciana, i "Barotti" della targhetta, penso ti abbiano parlato di noi...vogliamo augurarti tanto bene e soprattutto che la tenacia e l'entusiasmo non ti lascino mai completamente perchè sono davvero necessari per vivere a Bissau. In bocca al lupo e continueremo a leggerti, salutaci tanto Beppe e tutti i padri...saudade da Guinèe...

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  3. Cara signora Barotti, che sorpresa! Sono molto contento di incrociarti! La vostra placchetta con il nome Barotti ormai indica il nome di quella casa e lì rimane. Piace anche a me. Grazie per il messaggio e per gli auguri. Un saluto a tutti voi, anche da parte di Beppe e gli altri. Al prossimo incrocio! ciao

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