sabato 5 marzo 2011

Viaggio attraverso i mi(ni)steri

Prima la forma e poi magari anche il contenuto.
Quando si ha a che fare con il personale di un ministero sembra che sia davvero così.
Le relazioni sembrano più difficili. Le cose che per me sono facili diventano improvvisamente più complicate...

Io penso: entro nel ministero e voglio una firma sul documento. E' solo una firma su un pezzo di carta per avere il patricinio di un ministero per fare un progetto a favore dei giovani guineani. Tu non mi devi dei soldi, io non te ne do, voglio fare il bene con questo progetto.

Loro pensano (almeno così mi sembra): questo bianco arriva e vuole subito una firma su una cosa che non ho capito bene chi ci guadagna. Si sente padrone. Mi chiama "direttore" ma io qui sono "presidente". Mi sta mancando di rispetto. Pretende le cose fatte in modo rapido. Qui devo mandare il tutto al ministro, che poi chiederà il parere del segretario, che poi rimanderà al ministro. Ora gliene dico due!

Così passano giorni e settimane e del documento lasciato su quella scrivania nessuno sa più niente...

E io devo scegliere tra due reazioni: la prima di dice rovesciare la scrivania e dare una bella scrollata al funzionario imbecille che se la prende se non lo chiamo presidente.
La seconda dice che devo farmi scivolare tutto con una immensa tranquillità, qui è così non c'è nulla da fare e non posso capire tutto.

Ora capite che mi tocca sempre la seconda.
Però io esco dal ministero imprecando come un matto parlando da solo...

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