sabato 1 ottobre 2011

E io pago!

Ieri sera ho organizzato una uscita con tutti i professori della scuola professionale dove mi trovo. Pensavo di bere insieme con loro una birra per "benedire" insieme l'inizio del nuovo anno. Di solito ci troviamo sempre a parlare di lavoro, invece così ci trovavamo per conoscerci e divertirci insieme.
Ho detto al direttore della scuola di invitare tutti e di prenotare in un posto che andava bene.
Io pensavo ad una cosa molto semplice e via. Ma arrivati sul posto, ci sediamo e vedo che loro sono un po' sconcertati. Non riuscivano a capire il perchè di quell'incontro. E senza averlo esplicitato per bene li disorientava... Abbiamo iniziato a bere e mangiare e infatti uno dei prof mi chiede appunto con aria grave il perchè dell'incontro. Io rispondo che era un semplice momento di fraternizzazione, perché una squadra lavora meglio quando le persone si conoscono e stanno bene tra di loro. L'atmosfera si scioglie e vengono giù applausi e altri discorsi di ringraziamento e apprezzamento. Qualcuno balla, si inizia a fare battute, insomma, la serata prende una bella piega.

Fino a quando arriva il momento del conto. 

Mettono davanti a me il foglietto e io prendo la mia bella calcolatrice sul telefono e comincio a dividere il totale tra i partecipanti. Ma subito si creano capannelli di discussione tra le persone. Uno dei prof mi sussurra all'orecchio: "la gente si aspetta che tu paghi tutto, non si sono portati i soldi dietro... qui è normale fare così, tu hai invitato, tu paghi". Io ci rimango lì... guardo il mio collega, italiano pure lui e gli dico: "oh, qui ci tocca pagare!". Lui si arrabbia e inizia a dire: " no ragazzi, non ci siamo, qui si divide". Loro quasi si offendono e dicono che la loro cultura è così e basta.

Così alla fine ci tocca pagare per tutti, con un po' di amaro in bocca per noi, ovviamente, e anche per loro dato  che abbiamo osato mettere in discussione questo aspetto...
Ma pensa te.

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