giovedì 8 luglio 2010

L'Africa in pista/1

Facciamo un esperimento.

D'ora in poi quando mi sentirò preso dalla serietà del momento vi smarronerò con questa roba: ho deciso che per approfondire qualche riflessione sull'Africa e lo sviluppo andrò a riprendermi un libretto che avevo comprato un paio di anni fa su questo tema. Senza alcuna pretese di esaustività e sistematizzazione proporrò qualche passaggio e qualche pensiero.

L'autore è Jean-Leonard Touadi ed il titolo è "L'Africa in pista".

Se qualcuno vorrà contribuire sarà molto ben accetto!

Magari qualche passaggio del libro aiuterà a prendere le distanze da due trappole, quelle che l'autore chiama "neo trionfalismo panafricano naif" (africani tutti buoni yè!) da una parte e dal famoso "afro-pessimismo" dall'altra (sti qui non andranno mai da nessuna parte!).

Parliamo di Africa e di Afriche.

Al singolare perchè nasce proprio da quando avviene l'irruzione degli altri, ossia nasce sulle navi dei negrieri. Africa perchè ha in comune un passato storico a partire dal XVI secolo ma ha anche un destino comune: dovrà trovare le strade per esprimersi come soggetto unitario di fronte
alle sfide della globalizzazione.

Al plurale perchè ci sono le mille culture ognuna diversa e particolare. Le differenze geoambientali, le differenze legate alle influenze subite (non solo con l'Europa ma anche con il mondo arabo e indiano).

Proviamo a far questo percorso consapevoli che l'idea dello sviluppo è morta. Come dice Mohammed Sid Ahmed "è finita, il dialogo Nord-Sud è morto come il conflitto Est-Ovest. Non c'è più linguaggio comune, si è esaurito perfino il patrimonio lessicale necessario per esprimere questi problemi. Sud, Nord, Terzo Mondo, liberazione, progresso, tutte queste parole non
hanno più senso".

Oggi il sistema-mondo è una struttura polarizzata tra Centro e Periferia attraverso la subalternizzazione delle economie dell'America Latina, Africa e Asia da parte dell'economia egemone. Il "Sud" è nato, quindi, da un'operazione d'espansione imperialista su base economica, una specie di inserimento coatto nella modernità economica degli altri e per gli altri che i popoli africani non hanno mai potuto negoziare. Questo è il peccato originale!

Non hanno potuto negoziare... mi piace questo passaggio.

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